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lunedì 28 aprile 2008

Cicloturismo sulla Riviera del Brenta

a cura di Omar Bresolin
L’itinerario ciclistico lungo la Riviera del Brenta è da sempre un classico del cicloturismo veneto, perché in una trentina di chilometri, da Stra a Fusina, presenta una straordinaria concentrazione di motivi di interesse.
Innanzitutto le numerosissime ville realizzate dalle più note famiglie patrizie veneziane che qui avevano stabilito le loro dimore estive, in secondo luogo i valori paesaggistici e naturalistici.


Il percorso si svolge su strade secondarie poco trafficate, tranne due brevi tratti della statale 11, dotati però di corsia ciclabile, e della provinciale Mirano – Dolo.
Il tracciato è pianeggiante e asfaltato salvo un po’ di strada bianca a Fiesso d’Artico (1km).
Il percorso è di circa 61km in tutto e con una media minima di 15 km/orari, adatta a ciclisti non allenati, il tempo massimo di percorrenza sarà di circa 4 ore e mezzo, più le soste per le visite e il pranzo.


Si parte dalla Chiesa Arcipretale di Dolo, si percorre per 250m la statale in direzione di Stra, girando poi a sinistra per via Garibaldi.
Appena svoltato si passa un ponte e sulla sinistra si vede la bassa costruzione dei Molini con il loro complesso sistema di chiuse; più oltre, dopo la curva, ci si trova su di un altro ponte.
Questo era l’antico sistema per il sollevamento delle imbarcazione affinché, superato il dislivello, potessero risalire il corso del fiume fino a Padova.
Al semaforo si gira a destra per via San Giacomo. A destra un bel boschetto sul fiume invita a scendere di bicicletta. Più avanti sulla sinistra si vede il complesso di Villa Giustiniani- Gritti del ‘500; in località Paluello di Stra si arriva a un incrocio (proseguire diritto), con a destra due palazzi del ‘700.
In questo tratto la strada fiancheggia l’argine del Brenta. La sponda opposta è caratterizzata da fittissimi canneti in mezzo ai quali con un po’ di pazienza sarà possibile osservare le gallinelle d’acqua. Alla fine del rettilineo, in lontananza, si staglia la settecentesca villa Pizzo – Moreno all’interno di un grande parco. Più oltre si incontra la splendida Villa Barbarica.
Ancora pochissimo e si arriva all’abitato di San Pietro di Stra; al semaforo proseguire diritto.
Percorriamo il ponte sulla chiusa e giriamo subito a destra, andando così verso Villa Reale. Al semaforo si gira a destra per via Doge Pisani; subito dopo si attraversa e ci si porta sul sentiero che costeggia il muro di cinta di Villa Reale.
Villa Pisani è la più maestosa e nota delle ville del Brenta. Costruita per celebrare l’ascesa al dogato della famiglia Pisani, la villa fu di Napoleone, poi della Corona Austriaca e dei Savoia; oggi è proprietà demaniale e monumento nazionale.


Usciti dal parco della villa si riprende il sentiero che fiancheggia la recinzione e si raggiunge la statale in direzione di Fiesso d’Artico. Poco oltre a sinistra c’è Villa Soranzo, al di là del fiume si gode la migliore vista sul parco di Villa Barbariga.
Prima del centro di Fiesso si imbocca a destra il sentiero-natura che costeggia il fiume pedalando lontani dal traffico e dopo circa 300 metri, a sinistra, si incontra la settecentesca Villa Contarini di San Baseggio. Si prosegue lungo il fiume fino a incrociare la strada che va verso Fossò. Voltiamo a destra e, subito dopo il ponte di Paluello, a sinistra per rientrare a Dolo per la strada già percorsa.
All’incrocio poco dopo le chiuse di Dolo si va diritti lungo il Naviglio. Al termine del rettilineo la strada piega a destra e poco oltre si arriva nei pressi di Villa Ferretti Angeli. Tutto attorno c’è un parco aperto al pubblico.
Proseguendo si arriva di fronte a Villa de Chantal, più oltre Villa Tito e Villa Velluti. Siamo in un punto panoramico splendido: nell’acqua del Naviglio si riflettono alcune statue disposte tra il verde della riva e ai lati del fiume s’innalzano, con andamento colonnare, alti pioppi cipressini.
Continuando ancora verso Mira Porte si scorge Villa Brusoni, un complesso di edifici costruiti in diversi periodi con un parco molto interessante ricco di essenze esotiche e rare, e con angoli pittoreschi per la costruzione di alcuni piccoli edifici, di un laghetto e di una riserva di pesce che trae ancor oggi l’acqua dal Brenta. Quel che non si riesce a descrivere è l’atmosfera di questi luoghi: sembra davvero che il tempo si sia fermato tanto che ci si aspetta l’uscita di qualche carrozza nobiliare.
Superata Mira e Oriago l’abitato si fa più rado. Spicca un edificio di un bel rosa carico, restaurato: nei suoi pressi sorgeva un tempo un fitto bosco nel quale i nobili veneziani venivano a cacciare. Sulla riva opposta si nota una colonna, costruita con mattoni d’argilla, appoggiata allo spigolo di una casa rosa: è il cosiddetto “Termine di Oriago” eretto nel 1375 per segnare il confine tra i possedimenti di Padova e quelli di Venezia. Ora le rive del Brenta assumono un aspetto più “naturale” e la vegetazione si fa più fitta.
Superato l’abitato del Malcanton e, prima di un edificio per la regolazione delle chiuse e del ponte, si svolta a sinistra lungo l’argine per raggiungere l’ingresso della famosa Villa Foscari, chiamata “La Malcontenta”.



Tornati all’edificio che sovrasta le chiuse e attraversato il ponte, giriamo a sinistra alla frazione di Malcontenta. Tenendoci ancora sul lato destro del fiume giriamo a destra lungo Riviera Malibran: qui si cominciano a respirare atmosfere veneziane, con gli edifici a vivaci colori affacciati sull’acqua e le numerose barche all’approdo.
La strada si fa più tortuosa, lascia il fiume e lo ritrova oltre. La campagna si apre verso sud con viste sulle coltivazioni e sulle rive alberate: i boschetti ombrosi di salici e pioppi invitano a una sosta. Ancora poche pedalate e si arriva all’Idroforo. Si tratta di una costruzione idraulica che risale all’Ottocento: al suo interno le acque provenienti dal canale Seriola venivano filtrate in quattro letti di sabbia e ghiaia e venivano spinte con delle pompe in una condotta sub-lagunare che faceva arrivare l’acqua fino a Venezia per integrare l’approvvigionamento idrico della città.
Fusina è il termine del Naviglio Brenta, oltre metà del giro è compiuta. Si ritorna a Malcontenta e a Oriago. In località “Casini di Valmarana” c’è Villa Moscheni e le barchesse di Villa Valmarana.



Le barchesse appartenevano alla grande Villa Valmarana, demolita nel 1898 per ragioni fiscali. Di fronte a una delle barchesse c’è Villa Widmann, il grande parco merita una visita per la varietà e e la vetustà degli alberi.
Terminata la visita alla villa si può entrare a Mira Porte, splendido borgo costruito sull’acqua. Qui sorgeva nel 1611 il carro per il sollevamento delle imbarcazioni che trasportavano merci e passeggeri, poi sostituito dal sistema dell’invaso. Sulla piazzetta che ora ricopre l’invaso si affacciano le ville e le case a schiera a due piani, il cui pianterreno è tuttora occupato da negozi e botteghe artigianali come un tempo. Questo era il cuore di Mira, qui le barche sostavano a lungo e si svolgeva la vita economica, amministrativa e sociale. Oltre la piazza vediamo in successione Villa Franceschi e Villa Principe Pio. Nelle vicinanze sorgevano numerosi alberghi che ospitavano i nobili e i commercianti di passaggio. Poco oltre la caserma dei vigili del fuoco è ancora visibile la vecchia stazione del tram che collegava, sin dai primi anni del ‘900, Venezia e Padova.
Superata la Villa dei Leoni ci si dirige verso il centro di Mira Taglio e si prosegue in direzione di Dolo. Una dopo l’altra si incontrano Villa Venier, Villa Selvatico-Granata, Villa Fini, Palazzo Grimani e Palazzo Mocenigo, Villa Tron e Villa Angeli.
Si arriva così al centro di Dolo e al punto di partenza.